Da anni, nella Valle del Simeto è in atto un processo affine alle parole di De Varine e alla L.R. n.16 del 2014. Tale processo prende le mosse a partire dalla prima esperienza di mappatura di comunità condotta nella Valle del Simeto, una pratica sperimentale che sta alla base dell’avvio di un processo ecomuseale. Al Simeto, la prima Mappatura è avvenuta nel 2009 e ha consentito il riconoscimento del paesaggio e dell’eredità comune di Valle da parte da diversi abitanti e lavoratori della Valle, in coerenza con quanto dichiarato sia dalla Convenzione Europea del Paesaggio (siglata a Firenze nel 2000), sia dalla Convenzione Quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società (siglata a Faro nel 2005). La Mappatura ha dato avvio a una stagione di progettualità collettiva, sfociata poi nella nascita del Patto di Fiume Simeto, una nuova forma di organizzazione territoriale che, attraverso una Convenzione Quadro siglata nel 2015, mette assieme la società civile organizzata nel Presidio Partecipativo, gli Enti Locali vallivi e l’Università di Catania, per costruire e alimentare un percorso di sviluppo comunitario di lungo termine, mosso da istanze di giustizia ambientale e solidarietà sociale. Tra i temi del Patto, è centrale la questione della rivitalizzazione dell’eredità culturale materiale e immateriale identificata dagli abitanti come eredità comune e opportunità di futuro. Il processo in atto ha assunto esplicitamente un carattere ecomuseale a partire dall’assemblea del Presidio Partecipativo del 2019, durante la quale è stata individuata l’opportunità di ragionare su questa forma organizzativa per aprire il cerchio del coinvolgimento, dar vita e far riconoscere formalmente l’Ecomuseo del Simeto.
Sempre nel 2020, durante l’estate, doveva svolgersi la scuola estiva CoPED (Community Planning and Ecological Design - Pianificazione e progettazione ecologica di comunità) che, nella cornice del Patto di Fiume, da anni segna e anima l’inizio della stagione calda grazie alla presenza di studenti, ricercatori e docenti che arrivano da diverse parti del mondo, con una presenza ormai costante delle Università UMASS di Boston, University of Memphis (UofM) e Università di Catania.
Durante l’assemblea annuale, Il Presidio aveva maturato l’idea di spendere i 10 intensi giorni di lavoro della CoPED 2020 per mettere a sistema quanto già fatto sul tema dell’eredità culturale di Valle e costruire concretamente l’attivazione di un Ecomuseo del Simeto, chiedendone il riconoscimento formale alla Regione Siciliana.
La pandemia ha mutato i programmi ma non ha fatto perdere l’entusiasmo. Gli studenti del Modulo di Progettazione Urbana (Insegnamento di Progettazione Urbana e Territoriale, Corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Ingegneria Edile-Architettura, Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura DICAr dell’Università di Catania), con le docenti Prof. Laura Saija e Ing. Giusy Pappalardo, in collaborazione con la Prof. Katherine Lambert-Pennington (UofM), hanno avviato un percorso di mutuo-apprendimento con il Presidio Partecipativo e il Gruppo ecomuseo, da marzo a giugno 2020 in modalità online.
Tale percorso ha consentito di:
- studiare e ragionare su diverse esperienze ecomuseali attive nel panorama nazionale e regionale (gli studenti hanno condotto degli studi di caso su ecomusei piemontesi, friulani, emiliani, toscani e pugliesi; abbiamo inoltre ospitato diverse persone variamente impegnate negli ecomusei siciliani);
- mettere a sistema i dati sull’eredità comune della valle, raccolti nel corso dei diversi eventi di Mappatura di Comunità condotti a partire dal 2009 e costruire un sistema informativo territoriale aperto e condiviso;
- raccogliere nuovi dati tramite una campagna di mappatura sul web dal titolo Racconti-Amo il Territorio;
- elaborare alcune idee progettuali, ancora aperte al contributo di chi vuol essere parte del percorso ecomuseale, per l’avvio di un anno pilota di ecomuseo simetino.
Venerdì 26 giugno alla Fattoria Sociale L’Agorà di Santa Maria di Licodia è stato convocato il primo incontro pubblico in presenza atto a condividere gli esiti del percorso di mutuo-apprendimento e lanciare i progetti pilota dando avvio a un primo anno di sperimentazione 2020-2021, in cui l’attivazione dell’ecomuseo è aperta al contributo ampio e progressivo della comunità.